16 marzo 2010

Recensione: Endless Ocean 2: Avventure negli abissi

Endless Ocean 2: Avventure negli abissi è il seguito del primo Endless Ocean, uno dei titoli più particolari disponibili per Wii. Volendolo etichettare a tutti i costi, potremmo farlo rientrare nella categoria “simulatore di sub”. Uscito nel 2007, Endless Ocean si è fatto apprezzare da una piccola schiera di giocatori capaci di metabolizzare i suoi ritmi, ben lontani dai canoni standard del videogioco medio.



Avventure negli abissi riprende la struttura dell’originale, la amplia all’inverosimile e ne elimina molti difetti, ma nella sostanza lo spirito di fondo rimane immutato. Partiamo da quello che solitamente si dice alla fine: Endless Ocean 2 nel suo genere è un piccolo gioiello. Farà la felicità di chi ha consumato pacchi di batterie per il Wiimote con il predecessore, dato che lo migliora sotto ogni punto di vista, ma la sua particolarità potrebbe ancora una volta scontrarsi con i gusti della maggioranza dei giocatori.

Inutile girarci attorno, Avventure negli abissi è un titolo estremamente valido ma decisamente di nicchia. Premesso dunque che Endless Ocean 2 è un ottimo prodotto, spetta al singolo videogiocatore stabilire se il titolo sviluppato da Arika, il team dietro la serie Everblue, e pubblicato da Nintendo rientra nella propria sfera d’interesse oppure se è meglio guardare altrove.



In Avventure negli abissi impersoniamo un giovane (o una giovane) sub che si unisce al Centro immersioni R&R per raccogliere informazioni sul Canto dei draghi, una storia misteriosa che coinvolge un tesoro leggendario. Il Centro di fama mondiale è gestito da Jean-Eric Rouvier, un ex-sommozzatore che ci prende subito in simpatia, e da sua nipote Océane, ma in seguito il team si allargherà. Nel corso del gioco visiteremo svariati luoghi d’immersione sparsi per il globo insieme a Jean-Eric e ad Océane, seguendo gli indizi lasciati dal padre di quest’ultima, Matthieu, per scoprire la verità nascosta dietro il Canto dei draghi.

La storia è idealmente suddivisa in un’introduzione, sei capitoli e un epilogo che scioglie tutti i nodi: inizialmente la vicenda parte in maniera lenta ma col passare del tempo si aggiungono particolari e spuntano retroscena inaspettati. La trama, pur non presentando spunti di particolare originalità, appassiona quanto basta e procede in crescendo per tutta la durata del gioco.

La caratteristica di partire lentamente, rivelare le cose a poco a poco, farsi scoprire a piccoli passi la ritroviamo anche a livello di gameplay. I primi incarichi alle dipendenze del Centro immersioni R&R sono infatti una sorta di tutorial per apprendere le meccaniche di base e prima di ottenere l’assoluta libertà di azione passeranno delle ore. Endless Ocean 2 mostra le sue carte un poco alla volta e non tutti possono gradire questa formula: solo i più pazienti sono in grado di apprezzare appieno quanto il gioco ha da offrire.



All’inizio la strumentazione a disposizione del giocatore è piuttosto limitata, per non parlare delle restrizioni nell’esplorazione. L’attrezzatura di base permette solo brevi immersioni a basse profondità, ma accumulando esperienza e migliorando il proprio equipaggiamento si aumentano il tempo di permanenza in acqua e il grado di resistenza alla pressione. Progredendo nel gioco si possono mettere le mani su nuovi respiratori, bombole d’ossigeno più capienti, mute più resistenti alle basse temperature, luci per immersioni notturne e via dicendo. Una volta sott’acqua abbiamo la possibilità di interagire in più modi con l’ambiente circostante. Ancora una volta i vari componenti vanno sbloccati andando avanti nella storia ma l’equipaggiamento completo è composto da una penna per tracciare segni indelebili, un fischietto per richiamare delle creature marine, una fotocamera per immortalare animali o fondali, un pulsar in grado di generare onde elettromagnetiche a scopo difensivo o curativo, del cibo per attirare l’attenzione dei pesci ed un multisensore per individuare i tesori sommersi.

Col puntatore si indirizza il sub, tenendo premuto B si nuota, con la croce direzionale si apre il menù della strumentazione e con il tasto A si compiono varie azioni. Basta il solo Wiimote per effettuare queste e poche altre operazioni, mentre la configurazione per il Classic Controller non è nemmeno da prendere in considerazione.



La base operativa del Centro immersioni R&R ha sede sull’isola Pallanove, situata nella Repubblica di Baoru. Da qui si raggiungono in aereo le località da visitare ed una volta sul posto si sale a bordo di una barca dalla quale iniziare le immersioni. Si parte dall’Atollo di Gatama nel Pacifico del Sud per girare tutto il mondo: senza scendere troppo nei particolari, le zone esplorabili sono sei e spaziano dal Mar Rosso all’Artide, senza dimenticare le acque dolci.

Proprio la varietà è uno dei punti di forza del gioco. Ogni località presenta diversi punti di immersione ed è caratterizzata da un particolare ecosistema unico, con punti d’interesse specifici come un cratere profondo, una grotta o una struttura sommersa di dimensioni spesso generose. Le mappe sono decisamente vaste e per completarle tutte servono svariate immersioni.

Sott’acqua si possono recuperare reperti e tesori, scoprire nuove aree e soprattutto interagire con gli abitanti del mare. Usando la strumentazione si può nutrire un pesce con del cibo oppure curare un animale ferito con il pulsar, senza contare che molte volte saremo coinvolti in eventi particolari come fuggire da un enorme squalo. Le acque brulicano di pesci ed altri animali, i fondali sono ricchi di vita (e di sorprese) e basta nuotare poco distante per assistere ad uno scenario completamente diverso, con altre creature ed altri paesaggi.



Le immersioni possono essere affrontate da soli, online con un amico, assieme ad un personaggio gestito dalla CPU o con un compagno animale, si può ritornare in qualsiasi istante sulla barca e ognuna delle quattro fasi in cui è divisa la giornata regala variazioni all’ecosistema della zona.

In Avventure negli abissi è anche possibile emergere per esplorare delle ridotte strisce di terra ma purtroppo questi momenti si rivelano decisamente meno ispirati. Le superfici terrestri appaiono spoglie in confronto alla magnificenza sottomarina ed i movimenti del personaggio risultano legnosi e palesemente irreali, un brutto difetto ereditato direttamente dal primo Endless Ocean.

Sull’isola Pallanove si possono svolgere svariate operazioni. Si accettano richieste di fotografie o di visite guidate da parte dei clienti per guadagnare denaro extra, si addestrano i delfini con i quali abbiamo stretto amicizia e si modifica l’attrezzatura per le immersioni. Per cambiare fase della giornata basta riposare nel bungalow mentre attività di contorno come accendere un falò o sostare su una sdraio non producono effetti rilevanti.



Ben più interessante è la possibilità di invitare un amico sull’isola oppure di andare a visitare la sua base, tramite lo scambio dei Codici Amico via Nintendo Wi-Fi Connection. Come già accennato in precedenza, una volta che due giocatori si sono riuniti possono immergersi assieme come in una normale sessione solitaria. Per meglio coordinare le operazioni risultano utili la penna subacquea e soprattutto il supporto alla periferica Wii Speak.

Tramite la radio si chiama Nancy, una ragazza che vende attrezzature, oggetti per l’isola e per la baia privata (un’area protetta dove incontrare un grandissimo numero di specie diverse), valuta e compra i reperti recuperati e taglia i capelli del nostro personaggio. Consultando l’enciclopedia marina si accede ad una lista con immagini, informazioni e curiosità per ognuna delle 350 creature con cui è possibile entrare in contatto nel corso del gioco.

Sull’isola si possono anche sviluppare ed osservare le foto scattate e sfogliare un libro con il resoconto degli oggetti ritrovati e delle monete d’oro scoperte. Non manca una scheda dove visualizzare i titoli ottenuti e le informazioni sui dati di gioco, mentre nel registro delle immersioni si possono salvare i progressi. Infine nel diario di viaggio trovano posto il riassunto della storia, lo stato di completamento delle missioni che ci sono state affidate, le varie richieste speciali in stile sub quest, gli indizi sui tesori tratti da voci e leggende, i profili dei personaggi incontrati, le informazioni sulle località già visitate e dei suggerimenti generali sempre graditi.

Le varie mappe sono perfettamente caratterizzate e l’ecosistema rappresentato è altamente credibile. Il comparto grafico di Endless Ocean 2 è davvero imponente, risultando una delle migliori produzioni per Wii sotto questo punto di vista. Le creature marine sono ricche di dettagli ed animate alla perfezione, dal pesce microscopico al cetaceo più grande. I fondali sono rivestiti da ottime texture e sono pieni zeppi di alghe, coralli, rocce, oggetti affondati e molto altro ancora. Anche l’illuminazione, con raggi solari che spesso e volentieri filtrano sotto il livello del mare, è di alto livello, così come le animazioni del sub protagonista.



Peccato davvero che i momenti fuori dall’acqua e sull’isola Pallanove sembrano presi da un altro gioco: gli ambienti risultano spogli e privi di personalità, come l’acquario in Giappone, ed i personaggi si muovono in maniera irrealistica. In particolare quando si dialoga con un personaggio non giocante, rigorosamente tramite testo a schermo data l’assenza del parlato, quest’ultimo continuerà a muovere la bocca e a gesticolare in modo assurdo all’infinito, fino a quando non verrà premuto il tasto A per passare alla schermata successiva. Le sezioni a cielo aperto erano uno dei punti deboli di Endless Ocean e purtroppo notiamo che in Avventure negli abissi pur aumentando notevolmente in numero non migliorano in qualità. Non si tratta comunque di un difetto particolarmente fastidioso dato che per il 90% del tempo il gioco si svolge sott’acqua, dove tutto funziona a meraviglia.

Anche il comparto audio fa un salto di qualità rispetto al passato. La colonna sonora del primo Endless Ocean era dominata da Hayley Westenra ed Enya, mentre questa volta la tracklist è decisamente più variegata pur attingendo a brani dalle sonorità simili, tra cui citiamo Nella Fantasia con musica di Ennio Morricone. Le tracce sono rilassanti e si sposano alla perfezione con il ritmo dell’esplorazione, infondendo nel giocatore un senso di pacatezza e di tranquillità. Non mancano però i cambi dinamici: in presenza di un pericolo o quando ci si avvicina ad una scoperta particolarmente importante, l’atmosfera si fa tesa e subentrano brani più briosi.

Gli effetti sonori sono più che buoni ed in particolare spiccano i versi ed i richiami emessi dagli abitanti del mare, per non parlare dell’effetto del respiratore del sub, sempre presente ed estremamente coinvolgente. L’unica pecca è la mancanza del supporto di una scheda SD per importare nel gioco le proprie tracce preferite, caratteristica presente nella passata uscita su Wii. Sarebbe stata una gradita aggiunta considerando anche lo scarso numero di brani che compongono la colonna sonora.

Conclusione


Avventure negli abissi è accessibile a chiunque. I comandi tramite Wiimote sono semplicissimi ed intuitivi, calzano a pennello per un novello sub. Nel corso del gioco è sempre chiaro cosa fare e la storia risulta coinvolgente al punto giusto. Insomma non è richiesta una particolare abilità o un impegno fuori dal comune per andare avanti in Endless Ocean 2.

Se il titolo è aperto a tutti, perché abbiamo dunque parlato di prodotto di nicchia? La risposta a questa domanda risiede proprio nelle meccaniche di gioco. Avventure negli abissi è un titolo lento, da scoprire poco alla volta e da esplorare con molta calma. L’atmosfera è estremamente distesa e rilassata, da gustare con tranquillità a piccole dosi. Chi cerca azione forsennata, competizione ai massimi livelli, sfide epiche o rompicapo impegnativi rimarrà inevitabilmente deluso, e molto, dal prodotto Arika/Nintendo.



Endless Ocean 2 si rivolge dunque ad un pubblico decisamente più ristretto, cioè a tutti colore che hanno la pazienza e la voglia di farsi rapire dalle profondità oceaniche. Storia principale e compiti secondari a parte, questi giocatori ameranno immergesi anche senza uno scopo preciso, per il semplice gusto di passare delle ore in tranquillità con un gioco fuori dai canoni ordinari.

Chi ha apprezzato il primo Endless Ocean non perda tempo e corra a comprarsi questo seguito, mentre chi lo ha abbandonato dopo poco sicuramente non troverà interessante nemmeno questa seconda uscita. Per chi invece non si è mai imbattuto in precedenza in questo “simulatore di sub” è caldamente consigliata una prova prima di un eventuale acquisto: bastano pochi istanti di gioco per rendersi conto se si viene presi dalla voglia di perdersi negli abissi più profondi oppure se è meglio passare oltre. Considerando anche il fatto che il titolo fa parte della linea Touch! Generations e viene venduto a prezzo budget, è doveroso dare almeno una possibilità ad Endless Ocean 2: Avventure negli abissi.

0 commenti:

Posta un commento